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Le tre parti principali in cui è strutturato questo numero di giugno 2007, sono tre: 'architetture giapponesi', 'università' e 'opere e progetti recenti'.
Vediamo brevemente le opere pubblicate e analizzate iniziando con una rassegna di interessanti architetti nipponici.
Vediamo brevemente le opere pubblicate e analizzate iniziando con una rassegna di interessanti architetti nipponici.
Architetture giapponesi:
- Satoshi Okada, Casa a Wakabadai, Kanwasaki, Giappone;
- Hiroki Tanabe, Shin Yokoo, Studio dentistico e abitazione, Nagano, Giappone;
- Takashi Yamaguchi, Tempio Bianco, Kyoto, Giappone;
- Katsuiro Miyamoto, Casa Nave, Nishinomiya, Giappone.
Università:
Qui devo segnalare subito l'articolo di apertura tema di Giancarlo De Carlo dal titolo "Università: dall'elite alla massa", a cui seguono poi sei progetti.
- Joao Batista Vilanova Artigas, Facoltà di architettura e urbanistica, San Paolo del Brasile, 1961;
- Nasrine Seraji, Ampliamento della scuola di Architettura di Lille Villenueve-d'ascq, Francia;
- Tod Williams, Billie Tsien, Skirkanich Hall, Università della Pennsylvania, Filadelfia;
- Luciano Pia, Scuola di Biotecnologie, Torino;
- MGF Architekten, Ampliamento dell'università delle scienze applicate, Aalen, Germania;
- Alejandro Aravena, Lorena Andrade, Riordino della scuola di Architettura della Pontificia università Cattolica, Santiago del Cile.
Opere e progetti recenti:
- Franco Purini, Complesso parrochiale di San Giovanni Battista, Lecce;
- Gae Aulenti, Nuova sede dell'istituto Italiano di cultura, Tokyo;
- Eduardo Souto De Moura, Torre Burgo, Porto.
A proposito dell'ultimo progetto, Torre Burgo di E. Souto de Moura, è molto interessante l'articolo "E' preferibile essere buoni o interessanti?" di Francesco Dal Co. Inserisco qui di seguito un piccolissimo estratto, preso dall'inizio, dopo averlo letto converrete con me che vale la pena cercarlo per leggerlo tutto: " Mies Van Der Rohe non aveva dubbi: meglio ''buoni'', ovvero ''good'', che interessanti. Ma cosa significa per un architetto "essere buono"? Mies, che questa domanda se l'era posta più volte, rispondeva così: vuol dire "abbandonare l'originalità e realizzare ciò che è necessario. In altre parole: servire invece che dominare...persistere nell'umiltà, rinunciare all'effetto e compiere fedelmente il necessario e il giusto"
Per la parte dedicata ai libri questo numero presenta, nell'articolo "Nel centenario della nascita di Carlo Scarpa" di Orietta Lanzarini, la recensione di ben cinque libri dedicati all'architetto veneto:
- I disegni di Carlo Scarpa per Castelvecchio, a cura di A. Di Leto, Regione del Veneto, Marsilio, Venezia 2006;
- Carlo Scarpa. I disegni per la tomba Brion. Inventario, a cura di E. Terenzoni, Electa, Milano 2006;
- V. Zacchettin, Carlo Scarpa. Il complesso monumentale Brion, Regione del Veneto, Marsilio, Venezia 2005;
- Carlo Scarpa e il museo Revoltella, a cura di G. Ceiner e M. Masau Dan, Edizioni del Comune di Trieste, Trieste 2006;
- Carlo Scarpa. La Fondazione Querini Stampalia a Venezia, saggi di F. Dal Co e S. Polano; fotografie di P. Terrassan, Electa, Milano 2006.
Chiude, come consuetudine, una fotografia del complesso Johnson Wax di F.L. Wright scattata dal fotografo E. Stoller.
Joystar
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