lunedì 31 dicembre 2007

Bilancio di fine anno per le correnti

Un veloce sunto di quello che è stato questo 2007 per il blog (blog? o sito?...mah!). Le mie riflessioni su quest’anno non sono poi diverse da quelle che ho fatto in occasione dell’intervento del mese scorso (vedi link qui: http://correntidarchitettura.blogspot.it/2007/11/un-anno-di-correnti-darchitettura.html). Cambia la prospettiva, ovvero l’anno solare. Il motivo deriva dal fatto che è poi durante questo anno che il blog ha assunto la visibilità e la sua (piccola) popolarità. Insomma avrei preferito tanti e tanti interventi, con tante discussioni. Ma riflettendoci devo anche ammettere che non ci si può davvero lamentare. Per il poco che si è dato, in termini di contenuti, si è invece ricevuto tanto.Mi auguro che il 2008 porti ad una crescita ulteriore, con nuovi collaboratori e tanti interventi nuovi e voglia di confrontarsi. Sempre sul tema architettura.
Un saluto a tutti.

Joystar

venerdì 28 dicembre 2007

Gonçalo Byrne, chi era costui?

Eccomi, arrivo citando la stra-abusata riflessione manzoniana donabbondiesca, solo per dire che è in corso una mostra, sul citato Gonçalo Byrne (si legge Gonsalo), a Vicenza. La mostra si tiene dall’11 dicembre fino al 9 marzo. Non avete scuse per non andare a visitarla. Ah, sul titolo dell’intervento, non ditemi che non lo conoscete davvero? Bè è l’architetto portoghese della torre di Lisbona su; quella inclinata come la torre di Pisa ma di stile più razionalista (anche se credo rientri più nel decostruttivismo).
Se proprio non vi viene in mente direi che è un ottimo incentivo per andare a visitare la mostra.

Ciao a tutti

Carolina

PS: per maggiori informazioni potete visitare questo sito: http://www.abacoarchitettura.org/ita/arch/byrne.html

giovedì 27 dicembre 2007

Casabella 761 762, breve anteprima

Mi è appena arrivato il nuovo numero. Non ho avuto ancora il tempo di aprirlo, ma solo di sfogliarlo brevemente. Faccio questa veloce anteprima perché, trovandosi in edicola al momento, vale la pena prenderlo dato che si tratta di un numero storico. Infatti ricorre l’anniversario di Casabella ed è importante averne il numero rappresentativo. A presto con la breve analisi dei contenuti.
Joystar

martedì 25 dicembre 2007

Buon Natale

Il mio consueto augurio di un felice e sereno Natale.

Auguri a tutti i lettori di Correnti d'architettura.

Joystar


Edit: si aggiungono agli auguri anche Reason, Carolina e Viann.

venerdì 21 dicembre 2007

Sono nuova, Mi presento.

Eccomi, sono Annamaria e vorrei dare il mio contributo a questo blog. Studio architettura e mi piacerebbe condividere con tutti le mie idee, impressioni e novità sulla materia. Come avrò la possibilità scriverò qualcosa per correnti, quindi a presto.

Un saluto a tutti i visitatori e Buone feste (ormai siamo prossimi al Natale).


Annamaria (Viann)
Edit di Joystar: Benvenuta Annamaria, grazie di aver acettato l'invito a collaborare qui! Quando vuoi condividere qualcosa non hai che da postarla. Leggeremo con interesse. Ciao.

sabato 8 dicembre 2007

Gehry decostruisce troppo?

Una ghiotta occasione per tornare, dopo lunghissimo tempo, a scrivere qui da Joy facendomi trasportare dalle sue ben note correnti.
E chi poteva darmela, questa, se non la notizia che il nostro decostruttore preferito questa volta pare aver decostruito troppo? Notizia di un mesetto fa ormai, ma nell’ambiente pare che ancora se ne parli parecchio.
Il MIT, autorevole università americana stavolta pare aver deciso di non capitolare di fronte all’arte del maestro american-canadese. Ed abbia avuto il coraggio di denunciarlo pubblicamente. Devo essere sincero, pur apprezzando l’innovativo stile ed il coraggio progettuale che contraddistingue Frank O., non sono mai stato un suo sostenitore accanito. Sarà perché mi innamorai del puro razionalismo Miesiano fin dai miei primi studi, ma reputo il decostruttivismo un po’ quella tendenza brutalista del “devo distinguere la mia architettura a tutti i costi altrimenti non mi notano”.Ed ogni tanto questi costi si pagano. E pure salati; infatti il MIT ha chiesto qualcosa come 300 milioni di $ al progettista Gehry.
Non si può negare che fa un certo effetto osservare lo Stata center, sembra una struttura uscita dritta dritta dalle pagine di topolino e magicamente diventata reale. Ma la cara e vecchia funzione che i cari vecchi docenti di composizione architettonica ci stressavano ad imparare. Prima la funzione poi la forma. Roba antica forse, ma sicuramente piena di buon senso. Un buon senso, che se avesse fatto anteporre la cara vecchia funzionalità davanti alla forma, forse avrebbe evitato una figura poco elegante a F.O. Gehry, ed una causa che potrebbe costargli parecchio in pecunia.Ma con uno stuolo di ingegneri ed architetti che lavorano per lui, io mi chiedo, come si fa a non accorgersi che si stà costruendo in un area dove, d’inverno, cosa assai naturale, potrebbe nevicare? Non si è trattato di un qualcosa che (come accadde nel caso del comportamento delle lastre di copertura del Guggenheim di Bilbao) non si poteva prevedere esattamente in fase progettuale. Qui si doveva assolutamente prevedere, anzi che dico, progettare. Poi oltretutto il problema dell’umidità che starebbe mettendo in pericolo addirittura l’integrità strutturale, con le odierne e moderne soluzioni mi sembra quantomeno assurdo.
Il caso MIT contro Ghery dovrebbe rappresentare un severo monito a quegli studi di architettura un po’ troppo frettolosi e desiderosi di stupire, se ha avuto problemi un grosso studio come il suo, figurarsi uno alle prime armi.
Bene, vi lascio alle riflessioni in merito e un arrivederci al prossimo intervento. Spero che non arrivi dopo mesi come questo. Ne approfitto per mandare un saluto a tutti.

Reason

PS: ecco il link della notizia data l’8 novembre scorso da Prof. Architetto dove potete trovare anche un link a delle foto del complesso: http://www.professionearchitetto.it/news/notizie/6990.aspx .

domenica 2 dicembre 2007

Casabella 760

In questo numero sono di scena due argomenti principali: “I musei” ed “il Portogallo”.
Si comincia con un editoriale molto particolare dedicato al tema “musei” realizzato assemblando cinque citazioni collegate allo stesso.
La prima, di Jean Clair, è posta lateralmente ed in corsivo come introduzione. Le altre quattro sono poste lateralmente a formare “il corpo del testo”. Sono ovviamente troppo lunghe da inserire qui, ed esula dai miei obiettivi metterne il contenuto; posso però citarne gli altri quattro autori: Rainer Maria Rilke, Walter Benjamin, Marc Fumaroli e Giorgio Manganelli. Consiglio vivamente di trovare il numero 760 solo per dare una lettura di queste, esprimono dei concetti sui musei che, se magari non completamente condivisibili, rappresentano spunti di possibili discussioni in merito.
Sono presenti i progetti:
- Pierre-Louis Faloci, Museo di Arte e Storia, Rochefort, Francia;
- Coop Himmelb(l)au, Akron Art Museum, Akron, Stati uniti;
- Jun Aoki, Museo dell’Arte Aomori, Aomori, Giappone.
Chiude l’argomento un servizio completo sul Guggenheim di F.L. Wright dal titolo esemplificativo “Come è stato costruito il Guggenheim di FLW” scritto da Tommaso Trombetti. Si tratta di un articolo che affronta l’opera del maestro Wright seguendone la modalità operativa che ha portato alla sua realizzazione. Ho trovato il servizio talmente ben fatto che posso pure sbilanciarmi ad affermare che vale da solo questo numero 760 di Casabella; ancora una volta assolutamente consigliato.

Segue un’insieme di opere portoghesi (l’altra tematica trattata in questo numero è appunto il Portogallo).Abbiamo, dopo un’introduzione al tema di Marco Mulazzani e Vittorio Gregotti, le seguenti opere:
- Carlos Jorge Coelho Veloso, Teatro Comunale, Guarda;
- Fàtima Fernandez e Michele Cannatà, Stazione degli autobus, Mogadouro;
- Graca Correia e Roberto Ragazzi, Casa no Gerès, Canicada, Vieira do Minho.
A cui segue un profilo di Guilherme Machado Vaz con tre sue opere: Casa nella Valle a Vieira do Minho, Casa da thè a Matosinhos e Centro civico a Custòias (Matosinhos).C’è poi da evidenziare il gran lavoro di M. Mulazzani in questa sezione sul Portogallo, sempre presente con diversi interventi.

Nella parte conclusiva dedicata alla biblioteca dell’architetto si trova un articolo “Reframing Saarinen” di Chiara Baglione, che recensisce il libro “Eero Saarinen: Shaping the future” scritto a cura di Eeva-Liisa Pelkonen e Donald Albrecht ed edito da Yale University Press, New Haven London 2006.
Chiude il numero la ormai consueta fotografia di E. Stoller del complesso J. Wax di FL Wright.

Joystar

PS: in allegato al numero 760 c’è uno speciale (pubblicitario) dal titolo creative book della Casalgrande padana, dove all’interno si possono trovare numerosi progetti, dei quali alcuni molto interessanti.