Fare o non fare i nomi?
Per rispetto dell’editore che magari ha altre opere meritevoli e potrebbe ritenersi danneggiato eviterò di farli. Anche se così la mia piccola critica perde il riferimento concreto che avrebbe permesso delle verifiche ai curiosi. Pazienza vorrà dire che i più scaltri troveranno da soli conferma e gli altri si dovranno un po’ fidare, in fondo si tratta di considerazioni mie che faccio al mero scopo di sfogarmi un po’ qui (Joy non me ne volere!).
Dopo questo preambolo introduttivo veniamo al dunque, dato che ormai vi dovrei avere incuriosito abbastanza, ognuno di noi “architettomani” (mi si passi il costrutto) non credo che resista a dare un’occhiata quando gli si passa in mano l’occasione di poter spulciare qualche libro di architettura. Siamo fatti così, figurarsi se il libro è una monografia dedicata ad uno dei mostri sacri della storia dell’architettura. Devo fare i nomi? No vero? (Wright, Mies, Le Corbusier, Aalto etc… aggiungere a piacere il proprio grande maestro preferito). Ecco, quando abbiamo l’occasione non resistiamo e qualche volta capita però di trovarsi davanti a delle spiacevoli sorprese.
E qui il fatto.
Sfogliando una di queste mi sono fermato a leggere i testi in cui il “bravo” autore diligentemente spiegava i come ed i perché di quell’architetto.
Già! Peccato che quello che scriveva è completamente sbagliato. Il contrario di quello che realmente ha rappresentato l’architetto ed il suo pensiero, ma davvero il contrario non sto scherzando. E come se leggessimo in un testo che Le Corbusier è stato maestro indiscusso del barocco, ci resteremmo male ammettiamolo.
Il problema è già di per se evidente quando il lettore istruito si sente offeso dall’ignoranza palese dell’autore, ma diventa decisamente grave quando davanti a quel testo ci si trova uno studente alle prime armi con la materia.
Mi chiedo se le case editrici sottopongano a severe verifiche i testi prima di pubblicarli, soprattutto quando il contenuto vorrebbe essere un qualcosa di divulgativo. Chissà quanti studenti di architettura prendono in mano libri del genere anche per farci delle tesine (rari ormai … la maggior parte si abbevera su internet che è pure peggio) oppure per prepararci anche un esame? Un bel “ma scusi ma dove ha letto queste scempiaggini?” da parte del professore esaminando sarebbe l’amara ricompensa di quello studente sfortunato.
Ovviamente quello che mi è capitato in mano potrebbe essere solo un malaugurato caso. Un caso tuttavia che spero non abbia altri emuli, altrimenti rischiamo davvero che il sapere dell’architettura vada ad annacquarsi diventando sempre più superficiale.
Se qualcuno avesse notato qualche caso simile e lo volesse segnalare può scriverlo qui sotto, tanto i commenti sono moderati da Joystar e deciderà lui se pubblicare o no, nomi e situazioni.
Reason
PS: stò diventando il critico del blog o sbaglio? O solo io vedo cose strane in giro