mercoledì 20 maggio 2009

Casabella 777

Casabella 777 - Maggio 2009

















Finalmente, dopo mesi, torno a scrivere un post “casabelliano” raggiungendo il numero attualmente in edicola. (veramente è in bozza da allora..lo stò pubblicando solo ora in dicembre… che tristezza!).
Pur non avendone completato la lettura al 100% posso dire di aver trovato interessante questo “numero jackpot”(777):  presenta vari redazionali che sembrano scritti apposta per incontrare il mio gusto personale (e qui tengo a precisare ancora una volta che io con casabella non c’entro assolutamente nulla, prima che qualcuno si faccia un’idea sbagliata è sempre meglio mettere, e rimettere, le mani avanti).
Invece di seguire il classico indice stavolta vado a segnalare i contenuti per interesse.

Non potevo non iniziare dal, ben scritto di F. Montagnana, “Lo spazio e la cerimonia del tè” sopratutto in quanto “fanatico” di tutto ciò che sia collegato al Giappone ( e si sa che quando due proprie passioni si incontrano l’interesse cresce in modo esponenziale). C’è anche un riferimento a Bruno Taut ed alla sua opera “Fundamentals of Japanese architecture” dove parla, per l'appunto, delle case da tè. Otto pagine che, imho, valgono da sole il numero di maggio.
Essendo, tra le altre cose, un cultore dei caratteri tipografici (già dalle scuole superiori avevo quaderni zeppi di caratteri inventati da me e conservo ancora gelosamente i vecchi cataloghi della Letraset, ormai divenuti inutili con l’avvento dell’informatica nella grafica e nella tipografia) mi sono subito fiondato a leggere l’articolo di S. Polano “Carlo Scarpa progettista di alfabeti”.
Seguono, sia per interesse che per completezza di contenuti,:
- Michael Bell, Hudson valley House, New York. C’è da dire, così indico qualcosa che non condivido pur reputandola interessante, che la famosa critica che Mies fece alla Glass House di Johnson, che copiò la sua casa Farnsworth, si applicherebbe pure a questa di Bell. Insomma questi esercizi di stile ormai li abbiamo visti, studiati e analizzati ed andavano bene per Mies ai tempi di Mies. Oggi credo che Bell sia, ovviamente, padrone di sviluppare ciò che vuole ma non per questo trovo gli si debbano dedicare ben 12 pagine (come sempre imho).
Decisamente meglio l’editoriale, dedicato alla coppia Oscar Niemeyer e Burle Marx, dove si può leggere una bella analisi della “Casa Cavanelles” a Pedro di Rio in Brasile.
Cos’altro possiamo trovare in questo 777? Ecco qua:
- O’Donnel + Tuomey, Sleeping Giant a Killiney, Dublino;
- Chenchow Little Architects, Freshwater house a Sydney;
- Alberto Campo Baeza, Casa Olnick Spanu a Garrison, New York;
- João Luis Carrilho da Graça, Teatro e Auditorium a Poitiers, Francia;
- João Luis Carrilho da Graça, Scuola di musica dell’Istituto Politecnico a Lisbona;
- Roberto Tognon, Atelier e uffici a Padova.
Per la biblioteca dell’architetto è presente la recensione del libro “Tomaso Buzzi, Il principe degli architetti: 1900-1981 a cura di G. Cassani, Electa, Milano 2008”.
In chiusura, per la serie “questo 2009 lo dedichiamo ad architettura e banconote”, è presente una banconota slovacca che ritrae il maggior architetto slovacco: Joze Plečnik.

Joystar

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