venerdì 26 giugno 2009

Casabella 778

Casabella 778 – giugno 2009

Un numero quasi tutto veneziano questo 778. La maggior parte dei redazionali è infatti dedicata a quelli che “qualcuno”, non si dice chi, avrebbe battezzato con “il chilometro dell’arte”. In questo ideale “chilometro” sono presenti sei interventi di restauro di altrettanti palazzi storici di venezia. Durante la lettura sono presenti tante foto di opere ospitate negli edifici in oggetto che rendono per una volta Casabella quasi una rivista d’arte.
Nell’ordine abbiamo:
- Cà Rezzonico il museo del settecento veneziano;
- Le gallerie dell’accademia;
- Collezione Peggy Guggenheim;
- Punta della Dogana, François Pinault Foundation;
- Renzo Piano, Fondazione Vedova;
- Palazzo Grimaldi;
In mezzo alle varie recensioni sono presenti due inserti con estratti da autori noti. Come successo qualche numero fa trovo sempre interessante questo tipo di letture che “spezzano” un po’ piacevolmente lo scorrere dei contenuti. Ne segnalo almeno uno, quello di Aldo Rossi (ma sono comunque tutti da leggere).
Tanto per restare nel tema “musei”, i contenuti della rivista terminano con altri due progetti del medesimo.
- Nieto Sobejano, Museo e sede istituzionale a Madinat al Zahra, Cordoba, Spagna;
- David Chipperfield, Nues Museum, Berlino.
Marco Biraghi, che è nel comitato di redazione e scrive molti dei redazionali della rivista, ha pubblicato un doppio volume dal titolo “Storia dell’architettura contemporanea 1750-1945; 1945-2008, 2 voll. Einauidi, Torino 2008” che è proprio l’oggetto della recensione nella “biblioteca dell’architetto”. Una recensione di favore? Vista la criticità con cui la sua collega Claudia Conforti analizza il doppio volume non mi pare proprio. Anzi credo che si sarebbe volentieri evitato una così dura recensione proprio dalla rivista con la quale collabora (ovviamente sono supposizioni mie e quindi “ihmo”, non ho proprio idea di come Biraghi possa aver preso la recensione …con fair play ipotizzo). Volessi supporre ancora qualcosa direi a mia volta che si insinua il dubbio (leggittimo “imho”) che trattandosi di una pubblicazione con un editore diverso potrebbe essersi “meritato” il trattamento senza sconti; cosa ovviamente che lascia il tempo che trova perché leggendo bene la recensione non si può dire nulla del genere vista la correttezza e la neutralità che traspaiono dallo scritto della Conforti.
In ultima pagina, per l’appuntamento con il (imho) sarcastico “anche gli architetti si svalutano”, è stampata una banconota indiana raffigurante il leone dell’Ashoka Pillar ed il parlamento a New Delhi progettato da Herbert Baker.

Joystar

PS: da questa recensione inserisco in etichetta pure i nomi dei "protagonisti" della recensione", se osserverò che la cosa appesantisce troppo vedrò di rimuoverli. ma sembra una buona idea per aiutare nelle ricerche. Non lo faccio per le recensione passate altrimenti mi ci vorrebbe un secolo per aggiornare tutti i post.

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